La Porta del Mare

Versiliadanza

LA PORTA DEL MARE

di Leonardo Diana
con
Chiara Cinquini, Katia Frese, Chiara Innocenti, Andrea Serrapiglio, Luca Serrapiglio
coreografia
Leonardo Diana
musiche originali
Andrea Serrapiglio, Luca Serrapiglio
disegno luci
Mario Bacciottini, Luca Telleschi
costumi
Lucia Castellana

Il Porto vive di vita propria in uno spazio sospeso, come luogo di passaggio; è la porta verso il mare.
La sospensione è uno stato che caratterizza la nostra esistenza in un tempo dominato dall’instabilità e dalla precarietà del quotidiano. L’uomo contemporaneo vive nell’attesa di un cambiamento, di un passaggio verso un nuovo mondo, una qualche trasformazione che illumini il cammino incerto dettato dalla paura del dubbio e dell’ignoto.
All’interno del porto si vive in un limbo meditativo, dove l’acqua del mare permette l’accesso ai pensieri più profondi, alle paure più nascoste, ma anche ai sogni apparentemente irrealizzabili. Seduto dinanzi al mare, l’osservatore guarda dentro se, contemplando l’infinità dell’orizzonte. La speranza vive tutta nella forza dei propri gesti e nell’ostinazione del credere alla forza vitale del proprio essere.
Tre donne abitano la scena come anime perdute alla ricerca della propria via da seguire e vivono la sospensione della propria intimità nell’attesa di un passaggio attraverso quella “porta del mare”.
La musica richiama la desolazione dell’anima perduta o i suoni più vivi del respiro del luogo e accompagna il viaggio di quei personaggi che transitano tra le braccia del porto, dei gabbiani che volano e si acquietano sulla superficie delle acque ferme, in attesa di un cambiamento.

Seaport has a self life into a suspended space, and as a place for transitions; it is a door opening to the sea.
Suspension is an existential feature typical of our time, in a world dominated by insecurity and shakiness of daily life.
The man of nowadays lives on waiting for a change, on a transition towards a new world, something like a transformation to enlighten a way which is uncertain and full of fear of the unknown.
Life is like a meditative limbo at the seaport, where sea water helps to enter the inner thoughts, all the hidden fears, but also the almost unrealizable dreams. Seated by the sea, the observer looks into himself, gazing at the limitless horizon. Hope lives in all the strenght of its gestures and in the obstination for believing in its own vital force
Three women are living the scene as three lost souls, and they are searching for their own way to follow. They are living the suspension of their own privacy, waiting for a passage through that “door of the sea”.
Sometimes music refers to the desolation of the lost soul, or the most lively sounds of that place’s breaths, and it guides the characters’ trip in the arms of that seaport, or the flights of seagulls and their delicate perching on the water surface, waiting for a change to arrive.

 

Produzione Versiliadanza 2012, Teatro Cantiere Florida/ Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo, Regione Toscana e la collaborazione di ADAC TOSCANA, Teatro Quartieri di Bagnone (MS)/ Quartieri Abitati, Armunia, Cascina Valdapozzo (AL)

 

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