EGON
EGON– Site Specific
choreography and dance: Leonardo Diana
virtual set design: PROFORMA – Nicola Buttari, Martino Chiti
music: Andrea Serrapiglio, Luca Serrapiglio
organizzation: Filippo Figone
Production: Versiliadanza 2018
supported by
MiBACT – Ministero Beni e Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana, Comune di Firenze
and in collaboration with:
Teatro Cantiere Florida di Firenze,
Armunia / Festival Inequilibrio
Deutsches Institut di Firenze
30 minuts c.a.
“Egon – Site Specific” è un progetto multidisciplinare incentrato sulla poetica dei pittori Gustav Klimt ed Egon Schiele, nella Vienna a cavallo del primo ’900. Il lavoro vede impegnato un danzatore, due musicisti e un video artista che hanno elaborato un linguaggio interconnesso tra le diverse discipline. Lo spettacolo si sviluppa nella relazione tra corpo, gesto e nuove tecnologie (in particolare nella musica, nel video e nell’utilizzo di software interattivi).
Un lavoro nato riflettendo sul periodo della “grande Vienna”, definita dal neuroscienziato e premio Nobel per la medicina Erik Kandel come “l’età dell’inconscio”, dove rilevante era la relazione tra le arti e le scienze. Egon, è una performance multidisciplinare che vuole ricreare l’aura che circonda le vite di Klimt e Schiele e i paradigmi estetici e filosofici, al tempo rivoluzionari, che sono riusciti a condensare, rappresentare e imporre.
Una ricerca ispirata alle intenzioni dei due artisti di voler rappresentare tabù e archetipi, realtà rimosse e nascoste, attraverso simboli e figure, colori, gesti ed espressioni; corpi astratti dai propri contesti, che mostrano le loro ambiguità, figli delle contraddizioni della società nella quale sono costretti a vivere, oggi come allora. La loro riconsiderazione del femminile, l’utilizzo del nudo, la continua riflessione sulla sessualità e la sua influenza sulla psiche.
Poetiche vicine quindi, per realizzare un’arte che in quanto tale aspirava ad essere eterna e soprattutto libera, incentrata sulla ricerca di un’introspezione psicologica comunicata ed espressa attraverso il corpo. Ma anche il contrasto tra i due artisti sta proprio nella rappresentazione del corpo. In Schiele, ossessionato da sé stesso e dall’autoritratto, emergono figure contorte e asimmetriche, scosse dal disagio interiore e come preda di spasmi e convulsioni, di impulsi incontrollabili coscientemente, afflitte da un horror vacui a causa dello spazio privo di punti di riferimento in cui si trovano.
Lo sviluppo della coreografia si muove tra conflitti e opposizioni, generati da dicotomie e binomi come eros e thanatos, apollineo e dionisiaco, simmetria e asimmetria, identità e doppio, riconoscimento e spaesamento.
Leonardo Diana nella propria riflessione artistica sul doppio, lo specchio, la rappresentazione di sé e il narcisismo, continua ad approfondire la ricerca su questi temi universali, confrontandosi con i due artisti che hanno ostentato un radicale cambio di paradigma nella sfera dell’immaginario, illustrando un periodo carico di turbamenti storici ed esistenziali e rendendo manifesti impulsi interiori ed inconsci.
EGON
EGON is a multidisciplinary project focusing on the poetics of Viennese painters Gustav Klimt and Egon Schiele.
The work, choreographed by Leonardo Diana, involve a dancers, musicians and video artists who are working on creating a show that can be adapted to different spaces: theaters, exhibition spaces such as museums, post-industrial, in order to create site specific performances.
The project is inspired by the great Viennese period of the early 1900s, where the relationship between art and science was immeasurable, and it investigates the relationship between the body and new music and video technologies.
The multidisciplinary performance, that involves dance, music and video art, will recreate the mystical aura surrounding the lives of Klimt and Schiele. The psychological introspection is represented through the movement of a twisted body, shaken by inner discomfort, the son of a society in which it is forced to live today as at the time.
Leonardo Diana, in his artistic reflection on the double, the mirror, self-depiction and narcissism, will confront himself with the two painters. Two artists who flaunt the paradigm shift in the sphere of the imaginary, depicting a period of historical and existential turmoil, and making inner and unconscious impulses visible.
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